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Approvato alla Camera il primo disegno di legge sull’IA

L’Italia ha compiuto un passo storico nel campo dell’innovazione digitale. Nella seduta del 25 giugno 2025, la Camera dei Deputati ha approvato il disegno di legge sull’intelligenza artificiale (C. 2316-A), già esaminato dal Senato a marzo. Ora il provvedimento torna al Senato per la terza lettura e, se confermato, diventerà il primo quadro nazionale in Europa a regolamentare in modo organico l’uso dell’IA. Ma facciamo un po’ di chiarezza.

Cosa prevede il disegno legge sull’IA

Il disegno di legge sull’IA introduce principi, regole e strumenti per l’applicazione dell’intelligenza artificiale nei diversi settori, pubblici e privati. Tra i punti centrali troviamo:

  • Ambito pubblico e privato che riguarda regole chiare per l’utilizzo dell’IA da parte della Pubblica Amministrazione, delle aziende e dei professionisti, puntando a maggiore trasparenza e consapevolezza

  • Tutela dei lavoratori in cui si vieta l’impiego di strumenti di IA per monitorare a distanza i dipendenti o per finalità discriminatorie

  • Giustizia: l’intelligenza artificiale potrà supportare solo l’attività tecnico-organizzativa nei procedimenti giudiziari, escludendo la “giustizia predittiva” e lasciando sempre al giudice la decisione

  • Sanità: sistemi di IA sono ammessi solo come supporto diagnostico o preventivo, sempre sotto supervisione di professionisti e informando adeguatamente i pazienti

  • Trasparenza e sicurezza – la legge introduce obblighi di trasparenza, protezione dei dati e sicurezza informatica per chi sviluppa o utilizza l’IA, con regole stringenti anche per le amministrazioni pubbliche.

Il disegno di legge sull’IA introduce anche importanti novità per la ricerca scientifica, in particolare con l’articolo 8, che riguarda l’uso dei dati personali nell’ambito dell’intelligenza artificiale, robotica, neuroscienze e interfacce cervello-computer. La norma consente l’uso dei dati anche senza il consenso esplicito degli interessati, sfruttando una deroga del GDPR, a patto che i progetti siano portati avanti da enti pubblici, IRCCS o organizzazioni private senza scopo di lucro e abbiano finalità di ricerca. L’articolo 8 qualifica questi trattamenti come di “rilevante interesse pubblico”, riducendo così gli ostacoli burocratici.

Il Garante della privacy non dovrà più autorizzare preventivamente i trattamenti, ma potrà intervenire solo in caso di irregolarità. L’approvazione dei comitati etici sarà necessaria solo per l’uso di dati personali identificabili, mentre non sarà richiesta per dati anonimizzati, semplificando ulteriormente il lavoro dei ricercatori.

Infine, il disegno di legge stabilisce l’obbligo, ove possibile, di utilizzare tecnologie italiane o europee nella pubblica amministrazione e tra i professionisti, pur mantenendo la possibilità di conservare i dati su server al di fuori dell’UE. Sono previste anche deleghe al Governo per temi come la formazione, la definizione di equi compensi per l’uso dell’IA e i meccanismi di controllo.

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L’Italia come apripista europeo sulla regolamentazione IA

Con questo provvedimento l’Italia si allinea alle indicazioni dell’AI Act europeo e fissa regole concrete per l’adozione responsabile dell’intelligenza artificiale nei settori strategici. La norma promuove la tutela dei diritti fondamentali, la trasparenza dei sistemi automatizzati e la non discriminazione, e prevede anche regolamenti attuativi aggiornabili nel tempo per seguire le evoluzioni tecnologiche.

Il testo dovrà ora tornare al Senato per l’approvazione definitiva. Una volta entrata in vigore, la legge sarà accompagnata da regolamenti e linee guida, destinati a chiarire le modalità operative per imprese, istituzioni e professionisti.

Con questo disegno l’Italia, regolando in anticipo l’innovazione digitale, sta cercando di garantire un uso responsabile e trasparente dell’intelligenza artificiale, creando un ambiente favorevole alla crescita di questo settore in modo etico e sostenibile, proprio come fa la nostra azienda.

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